Fuga dal vuoto: Storie di uomini sconfitti

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Insoddisfazione, codardia, inettitudine, sono solo alcuni dei tratti che caratterizzano i personaggi di questa antologia. Uomini prigionieri di se stessi, o del mondo circostante, che nel tentativo di sottrarsi alle complicazioni della vita si ritrovano ad affrontare le paure e le incertezze che segnano l’esistenza di ognuno di noi.
Un viaggio interiore in cui la “fuga” diviene sinonimo di sconfitta, perdita, evasione e spirito di sopravvivenza.

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L’aspetto più notevole del libro è sicuramente la densità contenutistica dei temi affrontati… Un’ottima raccolta di racconti, nonostante alcune debolezze, scritta da un autore dalla voce e dallo stile definiti e riconoscibili e avviati verso una solida maturità; in mezzo al florilegio di titoli non proprio distinguibili che, ahimè, caratterizza molta della produzione degli emergenti, Fuga dal vuoto riesce a spiccare e a imporsi grazie alla profondità dell’esplorazione dell’animo umano – pur se declinato più verso gli aspetti più oscuri e riprovevoli – e all’espressività riconoscibile dello stile dell’autore, il quale, pur adottando una prosa piana, segmentata in periodi brevi, priva di leziosità, riesce, schivando il pericolo delle frasi fatte e della scontata banalità, a trasmettere se stesso senza divenire ingombrante, inanellando altresì alcune frasi degne della più alta Letteratura.
Un’opera notevole e rischiosa, ricca di spunti di riflessione introspettiva lontani da ogni pretesa di spiegazione o consolatorietà. ~ a cura di Alessandro Marzulli – ViteIntrecciate (Connessioni e ramificazioni culturali)

Scrittura ottima, l’autore padroneggia la lingua e ha una buona capacità di farci entrare subito in ogni racconto, con poche pennellate ma efficaci. Forse leggermente pesante il secondo racconto, dove si poteva tagliare qualcosa, ma si tratta di dettagli quasi irrilevanti e di un parere soggettivo.
Particolarmente riuscito invece l’ultimo, una perla, un piccolo capolavoro in poche pagine, che partendo da una banale giornata al mare riesce a far emergere un altro mare, quello dei sentimenti sepolti nell’animo del protagonista, che si rende conto di non poter cambiare certe costanti della propria vita, una constatazione amara raccontata veramente benissimo.
Apprezzabili comunque tutti i racconti, che fanno sicuramente riflettere, si leggono velocemente ma si prova piacere anche nel rileggerli. ~ a cura di Edoardo Contin – SpazioScritto101

Sette racconti, sette storie diverse, sette uomini alle prese con il “male di vivere”.
La cosa che accumuna i protagonisti delle storie di questo libro è la solitudine, un senso di disagio esistenziale che li rende diversi, incapaci di confondersi con gli altri, di conformarsi a quella che per molti è la normalità di una vita quotidiana, incolore ma serena. Uomini sconfitti, forse, ma dolorosamente pensanti, consapevoli che esiste una possibilità, una via di fuga verso una dimensione dove sentirsi più liberi, più completi ma, tuttavia, incapaci di afferrarla fino in fondo.
In questi racconti di Jacques Oscar Lufuluabo la trama, gli avvenimenti dei personaggi passano in secondo piano, sembrano quasi un pretesto, un contesto generico dove l’autore innesta i suoi flussi di coscienza, le riflessioni sulla vita, sui legami e le relazioni, un mondo claustrofobico ben metaforizzato dalle gabbie dello zoo citate in una delle storie. Bella la prosa, a tratti serrata, in altri più distesa, sempre ricercata e mai banale. Complimenti. ~ a cura di Roberto Bonfanti – Chiacchiere e distintivo
Fuga dal vuoto


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